Negli ultimi giorni è scattata una vera e propria corsa per accaparrarsi un paio delle scarpe Lidl, calzature che sfoggiano i colori accesi e contrastati del brand. Molti di quelli che non si sono trovati in questa calca virtuale si sono chiesti il motivo di tanta foga per il particolare prodotto, slegato senza dubbio dai parametri dettati dalla moda ma comunque ricercatissimo: anche su gruppi dedicati al marketing ci si è chiesti quali mosse abbia fatto Lidl per riuscire a creare tanto desiderio nei confronti di un articolo che non avrebbe avuto altra leva se non il prezzo ridotto e che invece è diventato oggetto trendy.
Se da un lato il prezzo era molto basso, dall’altro l’idea dell’edizione limitata ha scatenato il putiferio e le ha rese introvabili in un vero capolavoro della tecnica di comunicare la scarsità di un bene.
Non è mancato, naturalmente, chi ha fiutato l’affare e ha acquistato più paia delle (ormai pregiatissime) calzature con l’intenzione di fare reselling: le scarpe sono già comparse a prezzi di oltre 10 volte quello “di mercato”. Che le si volesse o meno, che le si fosse comprate oppure no, “le scarpe della Lidl” sono al centro della piazza social e sembra che nessuno parli d’altro.
Lidl è un marchio tedesco arrivato in Italia negli anni ’90 e che, per molto tempo, è stato associato all’idea di spesa economica accettando una qualità limitata, una sorta di “brand discount”. Per rimuovere quest’immagine, l’azienda ha fatto molti passi fra i quali figura anche la sponsorizzazione della nazionale di calcio, stiamo quindi parlando di persone che hanno grande consapevolezza di come ottenere visibilità e non è certo un caso che le scarpe siano delle sneakers, modello che va per la maggiore fin dai tempi delle Air Jordan della Nike negli anni ’90.
La vicenda è stata prontamente cavalcata da altri già noti per la loro inventiva nel creare meme: l’agenzia di pompe funebri Taffo non ha mancato di presentare una cassa negli stessi colori delle ormai famose scarpe e commentando: “Noi siamo bravi nei cappotti. Di legno”. Cogliendo la palla al balzo, Lidl ha risposto dall’account ufficiale con un graffiante: “Il vero stile non muore mai”.
Il buffo scambio di battute fra questi brand così noti e così lontani ha amplificato la già notevole viralità del contenuto. Chiunque abbia assistito allo scambio o abbia visto le screenshot dei commenti condivise da amici o conoscenti non ha potuto fare a meno di sorridere e di guardare con simpatia ai due protagonisti della scena, scena che senza dubbio ricorderà come un buffo aneddoto ma che, non c’è dubbio, gli farà ricordare anche i protagonisti stessi e questa è una grande vittoria per entrambi sul piano della visibilità e del posizionamento.
In un’epoca nella quale gran parte del tempo trascorso sul web è dedicato alle bacheche e ai feed sui principali social network, Lidl e Taffo sfruttano alla perfezione (non per primi né per ultimi) le dinamiche di Facebook per “sfidarsi”, sfruttare l’uno il trend creato dall’altro e raggiungere livelli di engagement impensabili, fino a pochi anni fa, per delle pompe funebri e un marchio noto perché legato al risparmio. Questa lezione è importante oggi più che mai: anche in un momento tanto difficile, una buona comunicazione ci porta di fronte agli occhi di tutti e ci consente di rafforzare il brand a dispetto di ogni avversità.
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