Dal 2012 il calo di interesse…
Con gli assidui cinguettii dell’illustre account di Trump (che conta oltre 42 milioni di followers) si era pensato a una nuova luce per il famoso social network, ma la carenza di interesse per Twitter non è affatto diminuita e questo è facilmente visibile dai trends delle ricerche su Google.
Questa discesa preoccupa ancora di più se la pensiamo affiancata ai crescenti utenti che si rendono attivi ogni giorno sui social del gruppo Facebook (FB, FB messenger, Whatsapp, Instagram).
Twitter oggi conta circa 320 milioni di utenti attivi, contro i 2 miliardi di Facebook e gli 800 milioni di Instagram.
Il nuovo utilizzo di Twitter sembra essere quello giornalistico che lo rende il Social network protagonista di annunci ufficiali, come quelli già citati del presidente Trump, ma anche dei botta e risposta del tutto italiani tra Renzi e Di Maio. Inoltre molte organizzazioni e testate giornalistiche utilizzano Twitter per comunicare le ultime novità ufficiali. Non a caso anche in Agenzia suggeriamo ai nostri Committenti un uso di Twitter coerente con questa consuetudine.
In molti hanno provato ad analizzare le problematiche dell’uccellino, alcuni hanno individuato il problema nello spostamento degli utenti verso piattaforme che fondano la comunicazione sulla condivisione di foto, si veda il frequente uso di Snapchat e Instagram, e nel fatto che questo cambio di rotta sembra non essere ancora percepito dal team di Dorsey. Altri sostengono invece che sia la moda del cinguettio breve, quello da 140 caratteri che è sempre stata caratteristica distintiva di Twitter, ad essere passata di moda. Ed è proprio su questo che è andata ad agire la squadra operativa del Social network in questione.
Già negli anni scorsi sono state numerose le volte in cui Twitter è andato incontro alle esigenze degli utenti, rischiando di rendere quei 140 caratteri non più tali.
Tra queste possiamo ricordare l’introduzione dell’opzione “Cita il tweet” che ha permesso di non considerare più i link e i contenuti multimediali condivisi nel conteggio dei 140 caratteri. Successivamente è stato poi eliminato il limite di caratteri nei messaggi privati, ed infine sono state tolte dal conteggio le menzioni.
Ma è solo nell’ultimo anno che twitter annuncia la novità: “140 caratteri non bastano più”. Un campione di utenti potranno testare i messaggi extralarge che vedono raddoppiato il loro carico a 280. L’azienda per il momento nega che questo sia un modo per tamponare la lenta, neppure troppo, decadenza del Social Network, ma sostiene che questo cambiamento sia un tentativo di colmare il gap esistente tra le diverse lingue abituate a twittare. Sembra infatti che in Oriente non abbiano nessuna difficoltà a rimanere nei ristretti limiti imposti dal Social grazie alle possibilità di sintesi offerte dagli ideogrammi. I 140 caratteri sembrano andare molto più stretti alle lingue occidentali, che sembrano essere costrette ad eliminare intere parole dai loro cinguettii per rientrare nei limiti imposti dalla condivisione.
Ricerche condotte da twitter sembrano dimostrare che le persone, se non costrette a “comprimere” le loro idee condividano di più.
Ed è probabilmente partita proprio da queste ricerche la novità in questione, che cercherà di tirare su il numero di utenti attivi.
C’è chi però non esita ad esprimere la sua preoccupazione: questa semplificazione del suo utilizzo non è un modo di snaturare il Social stesso? Perché non si è preferito valorizzare ciò che distingueva il microblogging dalle altre piattaforme digitali?
Nei prossimi mesi vedremo i primi risultati, i cinguettii più lunghi riusciranno davvero a salvare Twitter?
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